Riciclo
La sua composizione chimica permette un riutilizzo praticamente illimitato.
Una volta raccolte, le varie forme di PET vengono mandate ai centri di riciclaggio dove vengono fatte passare attraverso delle macine che convertono il materiale in forma di polvere. Questa polvere attraversa poi un processo di separazione e pulitura che rimuove tutte le particelle estranee come carta, metalli o altri materiali plastici.
Essendo stato ripulito, in accordo alle specificazioni del mercato, il PET recuperato viene venduto ai produttori che lo convertono in una varietà di prodotti come tappeti, cinturini e contenitori per usi non alimentari, con l'eccezione di contenitori per acque minerali e bevande analcoliche, con le modalità stabilite dal D.M n. 113/2010 che consente l'impiego di polietilentereftalato (PET) riciclato nella produzione di bottiglie per uso alimentare (con un contenuto massimo del 50 % sul totale) in deroga all'articolo 13 del D.M. 21 marzo 1973.
Esistono, tuttavia, due processi di depolimerizzazione (metanolisi e glicolisi), disponibili sul mercato, in grado di riportare la polvere di PET ripulita allo stato di monomero o di materia prima originale. Questo materiale può essere purificato e successivamente riutilizzato per la produzione di PET a uso alimentare.
Lo smaltimento del polietilene tereftalato può essere effettuato in due modi:
1) Il riciclaggio chimico consiste nella depolimerizzazione della polvere del prodotto, precedentemente ricavata, che riporta il polietilene tereftalato alla materia grezza iniziale, cioè al PTA, acido purificato tereftalato, o al DMT, dimetilene tereftalato, o ancora MEG, monoglicole etilenico. La depolimerizzazione può essere attuata attraverso glicolisi, idrolisi, o metanolisi. Tutti questi procedimenti sono vantaggiosi dal punto di vista economico solo per lo smaltimento di grandi quantità di poliestere. Il risultato è però soddisfacente, poiché restituisce in prodotto di ottima qualità e non deprezzato.
2) Il riciclaggio meccanico, invece, è più conveniente per quantità minori e restituisce prodotti di minore qualità e quindi deprezzati. Esso consta di cinque principali passaggi: selezione, taglio, lavaggio, estrusione e confezionamento. Inizialmente i materiali sono caricati su un nastro trasportatore e selezionati per colore e tipo; una volta selezionati vengono ridotti in piccoli pezzi. Nel passaggio del lavaggio la plastica viene lavata per levare ogni impurità. Successivamente il materiale è scaldato ed estruso in granuli, infine messo in contenitori ed etichettato.
l materiale riciclato mantiene la trasparenza, anche se non risulta completamente traslucido come quello vergine (nel prodotto vergine viene inserito uno sbiancante).
La produzione di riciclato di PET da bottiglie vuote richiede il 60% di energia in meno rispetto al PET nuovo, ha ottime possibilità di riciclaggio nel settore dei tessuti e, mischiato con il polimero vergine viene inoltre utilizzato per la produzione di nuovi contenitori trasparenti per detergenti.
Confronto tra PET e PLA (Bioplastica ottenuta dal mais) :
Secondo uno studio del Dipartimentodi Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano che hanno effettuato le analisi, il PLA non sarebbe né efficiente quanto il PET, né tanto meno ecologico. Lo studio presenta un primo confronto tra PLA (bioplastica) e PET per quanto riguarda i contenitori ad uso alimentare e le bottiglie.
Secondo i professori del Politecnico che hanno effettuato le analisi, il PLA non sarebbe né efficiente quanto il PET, né tanto meno ecologico.
Nello studio si mette in evidenza che il PET diventa instabile a 72°C, mentre il PLA a 55°C. Questo comporta che l’attenzione nel maneggiare la bioplastica deve essere maggiore rispetto a quella usata per il PET.Gli scienziati del Politecnico pongono dubbi sulla biodegrdabilità del PLA. Sostengono cioè che il dato che la bioplastica si biodegradi in circa 75 giorni sia veritiero solo in particolari condizioni e ad elevate temperature. Si suggerisce quindi di utilizzare il PET perché è riciclabile, diversamente dal PLA, non adatto al riciclo.
Infine, il dato sul bilancio alimentare mondiale. Secondo il Politecnico se tutte le bottiglie del mondo fossero in PLA servirebbero circa 12 milioni di tonnellate di mais all’anno, facendo salire il costo della materia prima e compromettendone la distribuzione, specie nei Paesi più poveri.
Caratteristiche di sostenibilità :
Contenuto energetico: MJ/kg 104-114
Potenziale riciclabilità: alta
COREPLA Consorzio nazionale senza scopo di lucro per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica